Agradecemos la cortesía de nuestro estimado amigo Gianni Di Quatro al publicar un entrañable artículo bajo el sugestivo título de “La Spagna” destinado a rememorar las vivencias en sus años de estancia entre nosotros.
Con un estilo literario personal y directo, Gianni hace una descripción de la Hispano Olivetti de finales de los años 60, de su estancia en Casa Central en Ronda Universidad de Barcelona. Recuerda la acogida que le dispensaron las primeras personas con las que entró en contacto en su nuevo destino, – un elenco muy reconocido por todos nosotros- así como de las ciudades y lugares que tuvo la oportunidad de visitar en nuestra amplia geografía con los mejores sentimientos que guarda de cada una de ellas, para terminar en 1971, año que finalizó su trabajo y estancia en nuestro país, manifestando su gratitud por los extraordinarios momentos vividos en esos años.
El relato está publicado expresamente en italiano, utilizando palabras y expresiones fáciles de entender que favorecen la comprensión del buen sabor que, a pesar del tiempo transcurrido, mantiene muy vivo en su memoria y en su corazón.
Muchas gracias Gianni por tus amables y sentidas palabras que nos hacer revivir esos entrañables recuerdos entre nosotros.
Avevo frequentato la Spagna e la consociata Olivetti quando lavoravo al coordinamento dei sistemi informativi delle consociate con Lionello Cantoni, che era il responsabile della informatica di gruppo. Avevo frequentato la Spagna per offrire il supporto di Ivrea nella scelta dei sistemi e nella definizione delle strutture del sistema informatico spagnolo da rivedere e da aggiornare. Fu poi scelta una soluzione IBM con due impianti 360/20 e furono poi assunti due persone, di cui una dedicata a coordinare il settore delle applicazioni amministrative commerciali ed una per le applicazioni di produzione e fu mandato dall’Italia un responsabile solo per il tempo necessario per l’avviamento di tutta la operazione.
Avevo avuto naturalmente rapporti con il capo della consociata, Riccardo Berla, un nome importante del gruppo Olivetti, era stato capo del personale, era cognato di Roberto Olivetti perché sua sorella ne era stata la prima moglie, era un gentiluomo dai modi gentili, un manager moderno e una persona attenta alle relazioni aziendali, con una moglie, donna Emilia, napoletana e molto vivace e simpatica.
Riccardo Berla ad un ricevimento con il re Juan Carlos accompagnato da Carlos Tutusaus
Avevo anche conosciuto bene Agustín Ceballos, che era il capo del personale, perché avevamo fatto assieme i colloqui di selezione dei due manager del centro di elaborazione. Ceballos era un uomo interessante umanamente, colto e attento osservatore dell’animo umano. Forse un po’ troppo contorto e forse un po’ troppo affezionato al sistema di amicizie come metodo di controllo e di scelta, ma era comunque una persona di primo livello senza dubbio.
Agustín Ceballos e il dott. Vernetti
Finito il lavoro in Spagna, fui chiamato da Berla, che aveva avuto l’accordo di Elserino Piol, che era il responsabile del marketing di gruppo e di Lionello Cantoni che era il mio capo, e sicuramente ne aveva parlato con Ceballos per avere il suo parere, per propormi di trasferirmi in quella consociata come responsabile del marketing, sino ad allora affidato ad uno storico manager della Hispano Olivetti, il dott. Senigallia, che stava lasciando l’azienda.
Ho sempre amato la Spagna in modo anche incomprensibile, si vede che io siciliano avevo ancora dentro di me inconsapevolmente i resti di una cultura che aveva dominato dalle mie parti per secoli. Risposi immediatamente di sì, senza fare conti, senza porre condizionamenti, al buio tanto era il piacere di andare a vivere in quel paese. Non mi posi il problema se questa opportunità era un passo avanti o meno nella mia carriera, pensai subito che mi interessava e basta. Mi comportai insomma come sempre nella mia vita professionale, dimostrando scarso interesse per tutto ciò che il lavoro proposto significa al di là del valore dello stesso lavoro e dell’ambiente in cui bisognava svolgerlo.
Sono dunque andato a Barcelona. Accolto bene da Ceballos, con molta signorilità da Berla, ho ritrovato un amico, Uberto Pasini che era Direttore Amministrativo e con il quale nel passato ci trovavamo spesso in giro sulle consociate europee, io con il mio lavoro e lui nelle funzioni di controllo amministrativo (un importante ufficio di Ivrea gestito per anni da Giampiero Garelli.)
La prima impressione è stato il valore professionale e umano della gente con cui dovevo lavorare a prescindere dal ruolo e dalla posizione. Ricordo con molta stima e affetto persone come Carlos Tutusaus, Ezequiel Cabado, Antonio Florensa, Mariano Mas de Xaxas, i due Herrero (Pepe e Paco), Polo, Tejerina, Arboleya. Un posto speciale nella memoria certamente lo ha Antonio Clavero, era responsabile della pubblicità, un andaluso di grande umanità e apertura, Josè Manuel Aguirre, un uomo di grande intelligenza e di cui ho sempre ammirato la grande lucidità di pensiero e di esposizione, Juan Pedro Losada che poi mi ha sostituito quando sono andato via, Antonio LLamusì una persona gentile e sensibile.
È passato tanto tempo, gli anni sono passati e la memoria si è indebolita, ma l’impressione generale è stata notevole. Continuavo a ripetermi che il lavoro fatto dalla Olivetti nel riunire così tanta gente di valore e così tante interessanti umanità era stato fantastico e continuo ancora oggi a pensare che uno dei grandi meriti di questa azienda è stata l’attenzione data al personale. L’avere capito che le aziende sono fatte dagli uomini e più gli uomini sono capaci e più le aziende funzionano bene e producono gli utili che gli imprenditori correttamente pretendono e aspettano. Non è casuale che oggi a distanza di tanti anni noi vecchi collaboratori siamo felici di rimanere in contatto, siamo felici quando ci ritroviamo, non è solo nostalgia dei tempi andati, è il piacere di avere conosciuto bella gente. Ho capito e capisco sempre di più che ha ragione Machado quando dice che più che gli anni che passano bisogna guardare gli amici e le persone conquistate e conosciute nel corso del nostro cammino.
E poi Barcelona, una città e un posto affascinante che ti entra nel cuore per sempre. Abitavo in Muntaner verso la parte alta, la strada che porta al Tibidabo, in un residence comodo e simpatico che era sopra uno dei locali allora molto in voga e cioè il Boccaccio e quindi tutte le sere c’era molto movimento.
Ma l’ho girata tutta, il sabato e domenica andavamo in giro con Uberto Pasini (per lungo tempo lui è stato senza la famiglia che lo ha raggiunto in un secondo tempo), abbiamo sempre trovato ristoranti dove non solo si mangiava bene ma si stava anche bene. E questo ho sempre pensato fosse la conseguenza di un modo di vedere la vita da parte di un popolo, un retaggio della sua cultura e del suo passato, della sua umanità.
E poi la Spagna che ho conosciuto, non tutta, ma un campione molto significativo. A cominciare da Madrid monumentale e dalla sua Plaza Mayor (io preferisco quella di Salamanca), a Siviglia e Malaga in Andalusia, posti pieni di vita e di calore, al Nord con le Asturie di Oviedo e la Galizia di La Coruna (frutti di mare indimenticabili come il perseves), i Paesi Baschi con Bilbao con i suoi splendidi vini della Rioja. Amavo molto la costa catalana, mi piaceva Tarragona con i suoi vini bianchi.
Il tempo passava, Riccardo Berla era stato destinato a Londra a capo della British Olivetti e lasciava la Spagna, al suo posto Giovanni Fei, un uomo completamente opposto a Berla, ho pensato spesso che la cosa non poteva essere casuale, anche se mi è sempre sembrato impossibile. Ceballos stava per diventare Direttore Commerciale sostituito da Arboleya, io dovevo sposarmi e non avevo in gran simpatia Fei, non lo stimavo e, conoscendomi, temevo che la nostra collaborazione non avrebbe funzionato. Decisi di andare via e chiesi di rientrare in Italia.
Mi è dispiaciuto lasciare la Spagna, sono passati gli anni ma non dimentico il paese, gli spazi, i colori, la gente, la sua cultura e la sua grande fierezza.
Hispano Olivetti Barcelona. Ingresso al negozio.
Gianni Di Quattro
10 junio 2020
Hola Gianni.
Joaquina y yo hemos seguido con interés tus recuerdos en Comercial Mecanográfica ya que ambos estábamos trabajando en ella cuando tu llegaste y te tratamos lo suficiente como para recordar y estar de acuerdo con lo que explicas, incluido lo que dices del Dr Fei. De hecho, Joaquina fue secretaria tuya en Marketing hasta que nos casamos y fuimos a sustituir a Manuel López Río en la sucursal de San Sebastián.
Celebramos que estés en forma y ya recreándote, como todos a esta edad, en la dulce nostalgia de recordar el pasado.
Nuestros mejores deseos,
Joaquina Dublán y Félix Serrano.
caro Felix Antonio y Joaquina vi ricordo con molto piacere, non dimentico che il mio arrivo in Spagna è stato facilitato dalla cortesia e gentilezza di Joaquina, ricordo quel SIMO quando è nato il vostro amore e sono felice di avere fatto nel mio piccolo qualcosa per favorirlo. spero di non perdervi, siete due belli e importanti ricordi del mio percorso di vita. un abbraccio
Caro Gianni,
has sido muy gentil en el recuerdo de tus años en la Hispano Olivetti en una época de transición, tanto empresarial como social, recogidos en tu relato de precisión fotográfica.
Como bien mencionas recordando a Machado, todo llega y todo pasa excepto el buen recuerdo de las personas encontradas y conocidas en el camino de la vida a las que haces mención en tu escrito.
No tuve la dicha de conocerte entonces pero me gusta tu forma de ver el mundo actual y expresarte a través de tus diversas colaboraciones, especialmente las que hacen mención a nuestra querida Olivetti.
Un fuerte abrazo,
Juan
Caro Juan, è un piacere, la Spagna è un paese che amo, quello che amo di più dopo l’Italia per evidenti ragioni, la Olivetti è stata il motivo che riempito la mia vita di lavoro, l’accoglienza che io ho avuto in Spagna è stata stupenda, ho conosciuto mote persone straordinarie. tutto questo è nel mio cuore. grazie a te e atutti per ricordarmi ancora. un abbraccio
Querido Gianni, siempre es un placer leerte. Son magníficos los artículos que publicas en Nel Futuro, esa espléndida revista digital compartida con algunas personas de gran nivel cultural. En ella nos has revelado a los que tuvimos el placer de trabajar contigo tanti anni fa, un aspecto de tu rica personalidad que entonces yo (y no solo yo) no supe ver: tu vertiente de sólido intelectual. Aquí te conocimos como aquel magnífico profesional que eras: muy inteligente, dinámico, innovador, simpático, quizá algo impaciente e impulsivo. Una gran persona, in somma. Gracias por tu escrito sobre nuestra España y los representantes del capital humano de la H.O. que conociste. En sus escritos de réplica verás que, los que te conocieron, te recuerdan con un enorme afecto.
Caro Jose Manuel, grazie delle tue parole, come ho già detto amo il vostro pese che nel mio cuore considero pure un pò mio con orgoglio. rinnovo il piacere della nostra amicizia così come con tutti gli amici conosciuti e stimati di tanto tempo fa. a te, caro Josè Manuel con la mia grande stima e simpatia un grande abbraccio.
Mi querido amigo Gianni:
Con casi 96 años y con las ayudas necesarias, he conseguido leer en primera persona, los recuerdos de tu estancia en España.
Impresionante!!!.
Unas páginas escritas con letras muy grandes y todas las palabras envueltas en tu natural elegancia, que incluso se aprecia en la escritura.
Tocas temas importantes y todos ellos en pocas palabras.
Sobre todo esto, podría darte mis impresiones, pero me limitaré a lo que dices de nuestra Barcelona.
Dices cosas tan bonitas y sentidas, que me emociono al leerlas.
Voy a conservar este escrito el resto de mi vida, junto con una carta de despedida (que adjunto), que me enviaste hace más de 46 años, en la que me decías que no olvidase nunca que tenía un amigo en Italia.
Estos documentos estarán guardados en una funda transparente, para releerlos cuando tenga algún ataque de nostalgia.
Por ser el de mayor edad, me otorgo el derecho de hablar en nombre de todos: “Los que estamos y los que se fueron; todos te felicitamos por tu recuerdo de SPAGNA y nos sentimos muy orgullosos de este amigo que tenemos en Italia.”
IL TUO AMICO CARLOS TUTUSAUS
Carissimo Carlos,
le tue parole di commento alla mia nota mi hanno commosso profondamente e mi hanno riportato ad altri tempi. io non ho dimenticato la tua amicizia, il tuo modo di prendere la vita. la tua umanità, li ho sempre tenuti presente e mi hanno aiutato molto ti sono davvero grato per quello che mia hai regalato, per quello che ha rappresentato per me la tua conoscenza e la tua amicizia.
scusa se scrivo in italiano ma dopo tanti anni rischio di scrivere male e mi vergogno di questo
ti auguro salute, vita e bei pensieri, a te e a tutti tramite te un grazie grande grande grande e un abbraccio con tutto l’affetto di cui sono capace Gianni